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echi di un mondo lontano

Sotto il portone di casa mia, mio fratello – quello timido – appoggia le borse della spesa dei gatti, mi abbraccia mi da un bacio sulla guancia e mi saluta “Ciao piccola“.

Parole che non sentivo da almeno vent’anni. Ormai di anni ne ho quaranta e piccola non sono più, e poi, sono diventata in fretta troppo alta, troppo ‘torello’ perché a qualcuno venga in mente di chiamarmi così. Eppure, evidentemente, per qualcuno rimani piccola in eterno.

E mi vengono in mente a grappoli immagini di me e lui, millenni fa: io, la piccola, che rincorre il fratellone di dieci anni più vecchio a sciare, a cavallo, a nuotare… e lui, il grande che con infinita pazienza, a volte dolce e a volte ruvido, mi porta per mano a scoprire mondi.

 

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